Il cinema, nelle vesti di successore della fotografia, nasce come mera arte visiva, prima ancora di trasformarsi in un elaborato specchio della profondità e dell’ambiente onirico umano. Il primo tentativo di riprodurre delle immagini in movimento risale alla seconda metà del 1600, attraverso l’invenzione della lanterna magica, antenato del nostro comune proiettore. George Eastman nel 1885 inventò la pellicola in celluloide, sulla quale venivano sovraimpressi i fotogrammi privi di pista sonora, ufficializzata da Edison nel formato di 35 mm. Tale formato acquistò consenso presso le case di produzione cinematografica e venne omologato, all’interno di tutto il mercato, fino agli anni trenta. Lo stesso Edison inventò nel 1889 la cinepresa (madre dell' odierna macchina da presa, la quale scattava consecutivamente varie fotografie impresse sulla pellicola da 35 mm) e il kinetoscopio (apparecchio che riproduceva le immagini scattate in sequenza ordinata). Convenzionalmente, la data di nascita del cinema è posta nel 1895, durante la prima proiezione pubblica di alcuni brevissimi film/reportage girati dai fratelli Lumière i quali, utilizzando una invenzione da loro brevettata e denominata cinématographe (apparecchio che proiettava le immagini su di uno schermo), riuscirono a riprodurre semplici scene di vita quotidiana fine ottocentesca, sottolineando un neonato entusiasmo per la realizzazione del movimento sullo schermo. L’aver attributo a tale avvenimento una rilevanza tale da concepirlo come genesi di tutto il complesso cinematografico non è solamente riconducibile all’entità fisica dei mini film dei Lumiére, piuttosto, è da sottolinearne il contorno: una sala adibita ad un intrattenimento generale di un pubblico pagante e l’intenzione comunicativa. La traccia audio, inizialmente composta esclusivamente da musica strumentale, veniva riprodotta in contemporanea alla pellicola, senza essere su questa sovraimpressa, da delle casse in fondo alla sala. Difatti, fino agli anni trenta regnerà il cinema così detto “muto”, il quale, sottolineando la mimica degli attori privi di una espressione verbale, si focalizzava esclusivamente sulla capacità comunicativa dell’immagine ( basti pensare all’attore regista Charlie Chaplin), coadiuvata talvolta da significative didascalie. Il primo film inteso secondo l’accezione moderna che sia stato prodotto dalla storia del cinema è “Nascita di una nazione” di David W. Griffith del 1915, il quale è ambientato durante la guerra di secessione americana. Un tale pioniere cinematografico racchiude in sé i primi elementi necessari alla composizione del montaggio filmico, quali l’inquadratura (sezione di spazio filmico riprodotta da una mdp) la sequenza (unità filmica fondamentale priva di stacchi di inquadratura) e la scena (oggetto dell’inquadratura).
Questi sono i presupposti che hanno permesso l’ingranaggio di una delle macchine più sofisticate, composite e comunicative che l’uomo abbia mai prodotto.
Rachele Sorrentino
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