mercoledì 8 giugno 2011

L’Acqua pubblica L’Oro blu


Si scrive acqua, si legge democrazia.

E’ con questo slogan che i promotori del referendum sull’acqua pubblica, hanno raccolto oltre un milione e quattrocentomila firme.

Nel 2025 la Terra ospiterà circa 8 miliardi di persone. Avremo bisogno di molta acqua, almeno il 20% in più rispetto al consumo attuale. Per l'agricoltura si utilizza il 70-80% dell'acqua a disposizione, mentre solo il 15% è usata dall'industria; il resto viene impiegato per usi civili. L'acqua è abbondante sul pianeta, ma già oggi con 6,5 miliardi di uomini, soprattutto là dove vi è la maggiore concentrazione di popolazione, inizia a scarseggiare.

Alcuni dati indicano che nei prossimi anni l'acqua avrà un giro d'affari del valore inestimabile. Questa tendenza è legata soprattutto alla privatizzazione della distribuzione dell'acqua che, in particolare in Europa, sta diventando normalità. E questo può portare a trasformare un bene che dovrebbe essere alla portata di tutti, in un prodotto che potrebbe diventare un'importante elemento di trattative economiche. L’acqua assumerà, nei prossimi anni , un valore politico superiore al petrolio. A rigor di logica, una situazione in cui all’aumento della domanda corrisponde una diminuzione dell’offerta genera un aumento del valore della sostanza richiesta: al momento, l’acqua del rubinetto, in Italia, costa 1,37 euro a metro cubo, ossia poco più di un millesimo di euro al litro. L'andamento generale ha evidenziato un aumento delle tariffe che ha portato la spesa media mensile di una famiglia di tre persone per l'acqua a 22 euro al mese.

L’Italia è stata bocciata dall’Europa proprio per la gestione delle risorse idriche. La Commissione Europea ha messo in mora il Governo per il decreto legislativo152/06, detto "Codice per l'ambiente", in particolare per quanto riguarda la parte su "difesa del suolo, desertificazione e tutela delle acque", dalla definizione dei distretti idrografici, alle misure per garantire il "non deterioramento" dei corpi idrici, alle modalità di redazione dei piani di gestione di distretto idrografico.

Il percorso di privatizzazione è iniziato, in realtà, nel 2000 con il TUEL che è il Testo Unico degli Enti Locali, in cui si definiscono come modalità di affidamento della gestione del servizio idrico, tre forme societarie che sono: la società interamente privata, quindi la gara di evidenza pubblica, la società mista pubblico-privata con la gara per il partner privato e l’affidamento diretto a società per azioni a totale capitale pubblico. Il 6 agosto 2008 il Parlamento italiano ha infatti votato, con l'appoggio dell'opposizione, l'articolo 23bis della L 133/2008, cioè il decreto legge 112 - la cosiddetta 'finanziaria triennale' del ministro Tremonti - che affida "il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali, in via ordinaria, a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite, individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica". Ciò al fine - afferma il decreto - "di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale".

Il primo dei due quesiti referendari, inerenti all’acqua pubblica, scheda di colore rosso pone ai cittadini l’abrogazione dell’art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008 , relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica.

Con il secondo quesito, scheda di colore giallo, si chiede di abrogare la normativa che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito (Senza che ciò comporti un miglioramento del servizio.

Chi è favorevole all’abrogazione deve votare Si. Viceversa chi ritiene adeguata l’attuale disciplina deve votare NO.

Alberico Sorrentino

Alcuni dati dal mondo

Dati del sevizio idrico in Italia

Il 97,5% dell'acqua della Terra è salata, del rimanente 2,5% il 70% è ghiaccio delle calotte e solo lo 0,007% è a disposizione dell'uomo

18 milioni di cittadini (pari al 30% del totale) scaricano i loro reflui nei fiumi, nei laghi e nel mare senza depurazione

Oggi 1,2 miliardi di persone, il 20% dell'umanità non possiede acqua per una vita 'normale

Il 33% dell’acqua potabile si perde nelle reti colabrodo di trasporto e distribuzione

In molte aree dell'Africa le donne e i bambini devono compiere in media 7 chilometri al giorno a piedi per approvvigionarsi d'acqua

Mancano politiche di efficienza e risparmio e l’adozione di tecnologie appropriate a partire dal riuso delle acque reflue depurate per l’irrigazione e nelle lavorazioni industriali

Con gli attuali investimenti per l'acqua si prevede che l'acqua potabile raggiungerà l'intera popolazione africana non prima del 2050, quella dell'America latina non prima del 2040 e quella asiatica non prima del 2025

Ogni metro cubo di acqua inquinata rilasciata in un fiume o in un lago contamina da 8 a 10 metri cubi di acqua pulita

Pubblicato su Pyros 144