venerdì 7 dicembre 2012

Il Terzo Stato

Ad un certo punto ho sentito l'esigenza di scrivere, no che non lo faccia mai, ma l'essenza di questo spazio mi  mancava! Condividiamo foto, pensieri, stati d'animo sui vari social network, ma ciò credo non basti a comunicare. E' lapalissiano che la rete abbia potenziato la diffusione delle idee, delle cosiddette libertà di informazioni, ma non bisogna perdere il contatto con il reale! In questo periodo storico il confronto di opinioni è essenziale, alla luce della crisi di identità  che attanaglia l'intera Nazione. Ecco, questo spazio era nato per conoscere noi stessi, per condividere o criticare il pensiero altrui senza alcuna pretesa di cambiare il mondo, ma con la consapevolezza che il confronto è l'unico spiraglio di luce... Perchè scrivere proprio oggi?! Forse perchè ho la febbre o per cercare delle risposte alle mie domande! E' notizia di prima pagina su tutti i principali quotidiani l'imminente crisi di Governo, perchè il supereroe nazionale ha deciso di scendere nuovamente in campo per salvare l'Italia! Eh si, stiamo parlando proprio di lui: B.
Non credo che la notizia sia degna di risalto, quindi andiamo avanti. Ciò che mi preme portare all'attenzione di chi legge è la gravità di quanto accaduto ieri. Ebbene la Corte Costituzionale ha accolto il ricorso contro la Procura di Palermo, sancendo di fatto l'inviolabilità del Quirinale, rectius del Presidente della Repubblica, (poco) onorevole Giorgio Napolitano! Di fatto chi dovrebbe garantire l'integrità dello Stato, si sottrae ad esso. A nulla sono servite le stragi di Capaci e via D'Amelio e dei tanti volti anonimi che hanno combattuto con tutte le loro forze per ostacolare il sopravvento della criminalità, anzi la stessa è diventata Stato. Di fatto la Corte Costituzionale ha sancito la fine della Repubblica democratica, alla cui nascita aveva partecipato chi oggi siede al Colle. Tutto ha un inizio e una fine. Inizia una nuova fase nella quale occorrono nuovi protagonisti! Il problema è trovare questi ultimi. Qualcuno potrebbe citare l'abusata parola di "giovani"! Beh chi scrive, in questo periodo in cui si è parlato di "rottamazione", la teme. Un esempio concreto. In questi giorni all'Università degli Studi di Salerno si sono svolte le elezioni per eleggere i rappresentanti degli studenti. E' andato in onda il peggior film che avessi mai visto. Ad accogliere gli studenti-elettori la moltitudine di associazioni (stile partiti) con le loro cheerleader, manifesti dappertutto, persino nei bagni, tutti i vari "candidati" in fermento, ma per fare cosa? per rappresentare chi? e soprattutto come?Personalmente non l'ho capito. Se questo episodio è lo specchio di ciò che accadrà tra qualche mese, non ci sarà populismo che tenga (caro Grillo sei spacciato), o il Bersani di turno con le sue esclamazioni pittoresche! Bisognerà fermarsi un attimo e riflettere per ricordare chi un tempo ha pagato a caro prezzo l'amore per la patria. 

"Gli anni e i decenni passeranno: i giorni duri e sublimi che noi viviamo oggi appariranno lontani, ma generazioni intere di giovani figli d'Italia si educheranno all'amore per il loro paese, all'amore per la libertà, allo spirito di devozione illimitata per la causa della redenzione umana sull'esempio dei mirabili garibaldini che scrivono oggi, col loro sangue rosso, le più belle pagine della storia italiana". 
(Tratto dal libro di Giovanni Pesce, Senza Tregua.)

martedì 21 febbraio 2012

Testamento di Carnevale 2012

TESTAMENTO    DI     CARNEVALE    2012
Non tradite la speranza
ed abbiate la costanza,
di alleviare la lettura
fino ed oltre sepoltura,

con un libro sul paese
scritto a Scario,in più riprese,
sulle feste patronali
ed i fuochi artificiali.

Non inficio in una botta
il romanzo di Marotta,
ma io cito personaggi
ed ameni paesaggi.

Dal pianoro tanto caro,
Ciolandrea come un faro,
sorge a mo’ di sentinella
per mirar la costa bella!

L’armu ‘u trarru e la Masseta,
il Molaro, spesso meta,
di turisti di diporto
destinati tutti al porto.

Ho descritto il Bulgheria
col vessillo in avaria,
sempre vigile ed attento
dal lontano ottocento.

Quando i moti,poi di Bosco,
presagirono un dì fosco,
e un’eterna sofferenza
che riemerge con frequenza,

ancor oggi nei filmati,
che son sempre ancorati,
sull’orgoglio mai sopito
di quel popolo tradito.



Nella grotta al Ceraseto
vedo un frate mansueto,
che mi parla un po’ adirato
per quel prato calpestato,

perciò chiedo presto aiuto
all’amico mio Lanzuto,
e a quel Peppo di Panzetta
per potar tutta l’erbetta.

Per le strade in gran dissesto
ho già pronto un manifesto,
per alzare la protesta
anche oggi ch’è gran festa.

Tutelate la salute
dalle antenne spesso acute,
che si alzano improvvise
e per questo sono invise,

a quel popolo di Scario
che dal borgo del Calvario,
punta dritto per la lotta
fino al colle di Picotta.

Lascio a Mimmo del Trillino
per Natale solo un pino
alto fino sotto il tetto
per voler di Benedetto.

E le spese per l’addobbo
vanno tutte sopra il gobbo
di ser Cuccio Paladino
che arricchisce il mio giardino,

sol di luci d’autore,
or che resta il fautore,
delle belle luminarie
dai Pedali alle Tre aie.



A Totonno Capinera
un regalo per la sera:
lascio un ferro con la spia
da portare in sartoria,

questa luce con frequenza
agirà ad intermittenza,
segnalando se sull’uscio
sosta ancora il caro Sciuscio.

A Pasquale Manganella
il vestito di Brighella,
per diriger la quadriglia
quando il sole si assottiglia.

E a Genesio suo figliuolo
il cardillo e l’usignuolo,
per cantar la serenata
alla bella improfumata.

A Francuccio e alla sua ditta
una foto sulla slitta,
da portare a Companiello
ed esporla sul più bello,

sopra il tetto rinnovato
e più volte immortalato,
da molteplici emittenti
e fotografi esordienti.

Il granone a basso costo
senza l’IVA, a ferragosto,
vada sempre per favore
a quell’Angel professore.

Allo zio suo Adriano
un quintale di buon grano,
per la semina a Guatiere
col nipote panettiere.



Per la crisi sempre in atto
ho già pronto il mio contratto:
pagherò tutte le tasse
per le rendite più basse.

Abolisco i vitalizi
e al Comune tutti i vizi,
l’equinozio con le sagre,
or le casse sono magre!

Non tradite poi il Faro,
un rione tanto caro,
abbellire il paesaggio
non dev’essere un miraggio.

Ma mi sento più sicuro
se di guardia c’è l’Arturo:
lui ci crede fermamente
nel rispetto dell’ambiente!

Il cappotto con la sciarpa,
il violino ed anche l’arpa,
vadan tutti all’artigiano
che riposa sul divano,

nella storica Pornia
tiene tutti in allegria,
dalla moglie Gerardina
alla figlia Nicolina.

Al dottore mio privato
lascio un conto più salato,
per pagar tutte le tasse
or che vuote son le casse.

Le ricette non pagate
vanno tutte vidimate,
e riscosse a mezzo posta
con lo sconto e una supposta.



Alle Guardie forestali
due potenti cannocchiali,
per guardare gli abusivi
di quei tagli assai lesivi.

Lascio a Lelio De Martino
un moderno patentino,
che gli serva da garante
nel suo ruolo d’insegnante.

Al mio ex bancario
lascio il doppio del salario,
per aprire allo scurone
la palestra nel portone,

della casa gentilizia
divenuta la delizia,
d’immigrati costruttori
che son sempre fautori,

di mansarde in miniatura
ricavate con gran cura,
dagli spazi un poco avari
sopra i tetti secolari.

A Giancarlo Paladino
un pannello dal Ticino,
che riscaldi in una botta
il collega suo Bellotta.

Ad Armando Paradiso
la frontiera del Monviso,
per fermare il contrabbando
di quei sigari allo sbando,

e al fratello suo Pinguino
una villa a Portofino,
e per sua buona sorte
senza vetri e senza porte.



Per il freddo molto intenso
solo il fumo con l’incenso,
che sprigiona la caldaia
esportata anche in Moldavia,

da Giovanni brevettata
tiene calda la nottata,
rinunciando alle coperte
con finestre sempre aperte.

Alla mite parrucchiera
la parrucca con visiera,
e lo shampoo al quadrifoglio
per Antonio Portafoglio.

Con l’ingegno sempre aguzzo,
é quel Giulio mio Guzzo,
che disperde le zanzare
con pasticche molto amare.

Al vicino suo Ombrellaro
tutto intero va il pagliaro,
con la biada e le favette
per le mucche e le caprette.

A Giovanni Capracotta
vada pure la ricotta,
e al parente Costantino
lascio il sigaro e il bocchino.

Al mio amato pasticciere
il liquore nel bicchiere,
da spruzzare in quantità
sulla torta ed il babà.

Alla Cetra in costruzione
un enorme capannone,
per la pasta e la farina
poi smerciate da Pierina.



Vada a Peppo di Viscuotto
il sorbetto al vino cuotto,
da gustare in Inghilterra
non appena tocca terra,

con quel Tullio e Benedetto
sempre a caccia del biglietto,
per la Coppa dei Campioni
che riserva a me emozioni.

A Francesco di Tommaso
va l’albergo a Roccaraso
lo gestisca senza affanno
da Natale a Capodanno.

All’amico Maciniello
la pizzilla e il cavatiello,
con il premio che in Agosto
gli fu dato e poi nascosto.

Al Sovietico fratello
lascio in dote il mio carrello,
per portare allo scurone
carne,vino e provolone.

A Giovanni De Martino
un moderno camioncino
né a gasolio né a metano
ma col doppio freno a mano.

A Pasquale Sorrentino
va l’autista col pullmino,
per recarsi a Laurito
nel presidio già allestito:

qui riempia la bisaccia
di rifiuti e carta straccia,
con l’amico Fasolino
già munito di cestino.



E’ finzione o realtà?
questo ancora non si sa:
Ferdinando,con Astone,
che ripassa quel copione

per la recita finale
del teatro rionale
che coinvolge tutti quanti,
del Comune,gli abitanti;

e per questo do il biglietto
al fedele Felicetto
che provvede ad osannarlo
nelle logge del San Carlo.

Una sveglia rosso fuoco
la devolvo alla PRO-LOCO
per destarla dal torpore
e poi elegga per favore:

un novello Presidente
benvoluto dalla gente,
con il volto genuino
di quel Lucio Sorrentino.

Le scommesse belle e pronte
per l’amico Florimonte
che poi punta a tutte l’ore
su Cavani marcatore:

se intravede “l’amuleto”
arrivar dal Ceraseto
si diriga in tutta fretta
a giocare la bolletta!

A Zicola  grande amico
la rubrica dentro un plico
con i numeri aggiornati
degli amici suoi fidati.



Per Pasquale Colazione
si allontana quel cerchione
or che i capi del Tornito
voglion dargli il benservito

ma lo salva Mister venti
con i duri allenamenti
che richiedono costanza
per ridurre un po’ la panza.

Per l’amata Quintessenza
io riattivo la frequenza
dell’antica radio ERA
che andrà in onda sol di sera!

Per il fido mio Alberico
c’è un fisiatra per amico
che gli cura a Policastro
il ginocchio suo in disastro.

Ad Alessio Sorrentino
io prometto quel filmino
col novello mio notaio
che riposa sulla sdraio.

Lascio a Fonzie  ed al buon Nino,
per le feste, il mio villino
con il drink e i savoiardi
per chi balla fino a tardi.

Alla Pyros locale
va il testato tale e quale,
e mi mandi a mezzo posta
una copia senza imposta,

del giornale paesano
integrato dal mio brano,
e con nota di dolore
dell’amico Direttore.



Ho nel cuore un gran tormento
pria che chiudo il Testamento:
io non dormo più le notti
per Angelico Bellotti

che si è presto defilato
dagli amici del testato
e sonnecchia sul divano
lui che è stato il mio scrivano.

Io gli lascio come strenna
questa ultima mia penna
e l’inchiostro son sicuro
servirà l’anno venturo!

Con il freddo e con la neve
il mio viaggio sarà breve
nell’antica Martellata
con la scritta incastonata:

“Qui riposa senza eguale
il bislacco Carnevale,
uscirà l’anno venturo,
preparando un gran siluro”.

A chi sparla alle mie spalle
senza idee e senza palle
non darò alcun compenso
ma un prelievo molto intenso,

soprattutto sui rifiuti
con più tasse e più tributi,
abolendo le prebende
a chi oggi le pretende.

Qui si chiude il mio testato,
e vogl’esser ricordato
come uomo assai leale
sono il vostro Carnevale!

Dallo studio notarile.
San Giovanni a Piro,21-2-2012.

Mattia Beati.

mercoledì 8 giugno 2011

L’Acqua pubblica L’Oro blu


Si scrive acqua, si legge democrazia.

E’ con questo slogan che i promotori del referendum sull’acqua pubblica, hanno raccolto oltre un milione e quattrocentomila firme.

Nel 2025 la Terra ospiterà circa 8 miliardi di persone. Avremo bisogno di molta acqua, almeno il 20% in più rispetto al consumo attuale. Per l'agricoltura si utilizza il 70-80% dell'acqua a disposizione, mentre solo il 15% è usata dall'industria; il resto viene impiegato per usi civili. L'acqua è abbondante sul pianeta, ma già oggi con 6,5 miliardi di uomini, soprattutto là dove vi è la maggiore concentrazione di popolazione, inizia a scarseggiare.

Alcuni dati indicano che nei prossimi anni l'acqua avrà un giro d'affari del valore inestimabile. Questa tendenza è legata soprattutto alla privatizzazione della distribuzione dell'acqua che, in particolare in Europa, sta diventando normalità. E questo può portare a trasformare un bene che dovrebbe essere alla portata di tutti, in un prodotto che potrebbe diventare un'importante elemento di trattative economiche. L’acqua assumerà, nei prossimi anni , un valore politico superiore al petrolio. A rigor di logica, una situazione in cui all’aumento della domanda corrisponde una diminuzione dell’offerta genera un aumento del valore della sostanza richiesta: al momento, l’acqua del rubinetto, in Italia, costa 1,37 euro a metro cubo, ossia poco più di un millesimo di euro al litro. L'andamento generale ha evidenziato un aumento delle tariffe che ha portato la spesa media mensile di una famiglia di tre persone per l'acqua a 22 euro al mese.

L’Italia è stata bocciata dall’Europa proprio per la gestione delle risorse idriche. La Commissione Europea ha messo in mora il Governo per il decreto legislativo152/06, detto "Codice per l'ambiente", in particolare per quanto riguarda la parte su "difesa del suolo, desertificazione e tutela delle acque", dalla definizione dei distretti idrografici, alle misure per garantire il "non deterioramento" dei corpi idrici, alle modalità di redazione dei piani di gestione di distretto idrografico.

Il percorso di privatizzazione è iniziato, in realtà, nel 2000 con il TUEL che è il Testo Unico degli Enti Locali, in cui si definiscono come modalità di affidamento della gestione del servizio idrico, tre forme societarie che sono: la società interamente privata, quindi la gara di evidenza pubblica, la società mista pubblico-privata con la gara per il partner privato e l’affidamento diretto a società per azioni a totale capitale pubblico. Il 6 agosto 2008 il Parlamento italiano ha infatti votato, con l'appoggio dell'opposizione, l'articolo 23bis della L 133/2008, cioè il decreto legge 112 - la cosiddetta 'finanziaria triennale' del ministro Tremonti - che affida "il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali, in via ordinaria, a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite, individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica". Ciò al fine - afferma il decreto - "di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale".

Il primo dei due quesiti referendari, inerenti all’acqua pubblica, scheda di colore rosso pone ai cittadini l’abrogazione dell’art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008 , relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica.

Con il secondo quesito, scheda di colore giallo, si chiede di abrogare la normativa che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito (Senza che ciò comporti un miglioramento del servizio.

Chi è favorevole all’abrogazione deve votare Si. Viceversa chi ritiene adeguata l’attuale disciplina deve votare NO.

Alberico Sorrentino

Alcuni dati dal mondo

Dati del sevizio idrico in Italia

Il 97,5% dell'acqua della Terra è salata, del rimanente 2,5% il 70% è ghiaccio delle calotte e solo lo 0,007% è a disposizione dell'uomo

18 milioni di cittadini (pari al 30% del totale) scaricano i loro reflui nei fiumi, nei laghi e nel mare senza depurazione

Oggi 1,2 miliardi di persone, il 20% dell'umanità non possiede acqua per una vita 'normale

Il 33% dell’acqua potabile si perde nelle reti colabrodo di trasporto e distribuzione

In molte aree dell'Africa le donne e i bambini devono compiere in media 7 chilometri al giorno a piedi per approvvigionarsi d'acqua

Mancano politiche di efficienza e risparmio e l’adozione di tecnologie appropriate a partire dal riuso delle acque reflue depurate per l’irrigazione e nelle lavorazioni industriali

Con gli attuali investimenti per l'acqua si prevede che l'acqua potabile raggiungerà l'intera popolazione africana non prima del 2050, quella dell'America latina non prima del 2040 e quella asiatica non prima del 2025

Ogni metro cubo di acqua inquinata rilasciata in un fiume o in un lago contamina da 8 a 10 metri cubi di acqua pulita

Pubblicato su Pyros 144

venerdì 11 marzo 2011

Festival di Pietrasanta


L'Associazione Culturale Quintessenza organizza l'VIII edizione del concorso canoro a premi "Festival di Pietrasanta"
Di seguito riportiamo il regolamento ufficiale e, alla fine, il link alla scheda tecnica che dovranno compilare i gruppi partecipanti al Festival.

REGOLAMENTO FESTIVAL PIETRASANTA - MAGGIO 2011 SAN GIOVANNI A PIRO

ART.1
Il Concorso ha come fine quello di scoprire e valorizzare nuovi talenti nel campo della musica leggera (Età min.13 anni - max.47).

ART.2
Nel caso in cui la richiesta di esibirsi venga avanzata da una coppia , in deroga a quanto espressamente stabilito al punto uno, è sufficiente che una sola persona tra le due costituenti la coppia, rientri nella fascia di età suddetta.

ART.3
I concorrenti dovranno presentare i brani rigorosamente dal vivo, pena l'esclusione dal concorso.

ART.4
Al Concorso possono partecipare cantanti, cantautori e gruppi musicali che dovranno iscriversi entro il 26 aprile 2011 e inviare agli Organizzatori un CD e la base MIDI contenenti il brano da interpretare. I gruppi vocali dovranno presentare un unico brano;sarà effettuata una selezione qualora il numero degli iscritti sia superiore a 10. Saranno ammessi a partecipare al Concorso un totale di 20 concorrenti.

ART.5
Tutti gli aspiranti cantanti verranno ascoltati e giudicati dai musicisti del festival.

ART.6
I concorrenti selezionati, ricevuto l'invito a partecipare, non potranno ritirarsi dal Concorso salvo cause di forza maggiore.

ART.7
Qualora i partecipanti intendano corredare la loro esibizione con particolari coreografie o immagini video dovranno darne comunicazione agli organizzatori.

ART.8
I partecipanti, durante le loro esibizioni, dovranno assumere atteggiamenti e movenze o usare abbigliamento e acconciature dignitose e non offensive nei confronti del pubblico. Non potranno altresì pronunciare frasi, compiere gesti, utilizzare oggetti o indossare capi di vestiario aventi riferimenti anche indirettamente pubblicitari o promozionali.

ART.9
Le serate saranno presiedute da un’apposita giuria, la quale avrà un Presidente scelto dall’Organizzazione. Se per causa di forza maggiore la costituzione o il funzionamento della Giuria non potesse regolarmente avvenire, l’Organizzazione potrà determinare insindacabilmente la graduatoria finale.

ART.10
E’ facoltà dell’Organizzazione di abbinare al Concorso e/o alla diffusione televisiva e/o radiofonica dello stesso una o più iniziative a carattere promo – pubblicitario, tra cui, a titolo esemplificativo ma non tassativo: operazione di Patrocinio, sponsorizzazione, senza che alcuno dei concorrenti abbia nulla da obiettare.

ART.11
E’ facoltà degli organizzatori di registrare e/o riprendere e/o far registrare e/o far riprendere e diffondere da terzi una o più fasi del Concorso sia a livello televisivo che audio visivo o fotografico. Ciascun concorrente autorizza, con l’adesione, tali registrazioni e tali riprese concedendo lo sfruttamento dei suoi diritti all’immagine connessi alla sua pubblica esibizione ed alla sua presenza al Concorso anche ai fini di eventuali operazioni di carattere promo – pubblicitario, senza alcuna limitazione di tempo e di spazio e senza avere nulla a pretendere sia dall’Organizzazione che dalle emittenti pubbliche o private, data la natura promozionale della sua figura artistica di dette utilizzazioni.

ART.12
L’Organizzazione si riserva, in caso di inadempienza anche di una sola delle disposizioni contenute nel presente Regolamento, il potere di escludere in qualsiasi momento dal Concorso, l’inadempiente.

ART.13
L’Organizzazione si riserva di adottare in qualsiasi momento provvedimenti integrativi o modificativi del presente regolamento aventi carattere organizzativo e funzionale purché non ne alterino sostanzialmente il contenuto. Modifiche e alterazioni del presente regolamento potranno essere adottate dagli Organizzatori a tutela e salvaguardia del livello artistico del Concorso.
ART.14
Il partecipante, iscrivendosi, garantisce l’Organizzazione e solleva quest’ultima da ogni responsabilità, garantendo di non violare con la sua esibizione i diritti di terzi.

ART.15
Il primo concorrente a doversi esibire verrà determinato da un sorteggio, mentre la conseguente scaletta della serata sarà predisposta a cura dell’Organizzazione.
ART.16
La competizione canora prevede la premiazione dei primi tre classificati nella categoria gruppi e in quella dei solisti. Ai primi classificati di ognuna delle due categorie verranno assegnati € 500,00, ai secondi classificati € 300,00, ai terzi classificati € 200,00. La quota di iscrizione al concorso è di € 10,00 per i solisti e € 20,00 per i gruppi musicali.

Scaricabile qui la scheda tecnica per l'iscrizione dei gruppi

mercoledì 9 marzo 2011

TESTAMENTO DI CARNEVALE 2011

Testamento di carnevale 2011

Son passati molti anni

tra dolori,gioie e affanni,

e in quest’ultimo momento

voglio fare testamento!

Non temete non son pazzo,

il mio viso è paonazzo,

tutta colpa di quel vino

che sorseggio di mattino!

Non è vero testamento

questo estremo mio memento,

ma la prova del mio affetto

che mi sgorga qui dal petto!

Perciò l’atto che presento

vi delinea il mio tormento,

son scemate le sostanze

da riempir tutte le “panze”!

Non avendo lo scrivano

poca cosa va a Giordano,

ma il raccolto fatto al monte

va all’amico Florimonte.

Poi li nomino baroni

delle giuste opinioni,

che hanno espresso sul mio conto

senza lode e senza sconto!

Or mi tolgo gli stivali

e vi sento tutti uguali,

ve lo dico sotto il melo

sto abbracciando anche Carmelo!

al mio vecchio vigilante

che ne ha viste proprio tante,

io regalo una fondina

per la vecchia carabina,

da donare per giustizia

al collega suo Malizia,

come sempre delegato

al verbale contestato.

Una bici col cestino

la devolvo al mio postino,

per portare senza fretta

anche l’ultima bolletta

e alla sua Direttrice

vanno timbro e spillatrice

e un ufficio più capiente

coi divani per la gente.

Non sopporto più le spese

per gli specchi qui in paese,

che riflettono le donne

tutte quante in minigonne,

e pur anche la mia bella

or si affida alla novella:

“Specchio,specchio delle mie brame

Carnevale è il più vecchio del reame?”.

Un cristallo assai perfetto

lascio a Raf l’architetto,

perché veda ogni via

da Paccuma al Bulgheria.

Lascio al Cuccio pensionato

un “traìno” taroccato,

perché vada più veloce

e per lui non sia una croce,

nel trasporto quotidiano

sol di paglia e poco grano,

e una pietra artigianale

di quel muro a lui fatale.

A don Pietro i paramenti

senza troppi complimenti,

per le visite ufficiali

nei paesi tropicali.

Per la grande simpatia,

lascio un libro in sacrestia,

a quel Franco deputato

ai segreti del passato.

Se lo legga poi con calma

sol così avrà la palma,

di quel premio tanto ambito

ritirato già al Tornito.

Altro encomio letterario

da devolvere all’erario,

ad Aniello gran devoto

che per questo fece voto,

di trascrivere in latino

delle rime un bel quartino,

in quel luogo amato e cheto

ch’è nomato Ceraseto.

A Pasquale Manganella

lascio in dote la Cappella,

ed un marmo assai pregiato

e per niente levigato,

per aprirla un chiavistello

intarsiato come quello,

che conserva l’Ombrellino

per aprire il mio fortino,

ove trova un patrimonio

di monete vecchio conio,

da spartir con molta fretta

col cugino suo Panzetta!

Ed in tutta questa festa

quel capretto senza testa,

vada pure dirimpetto

a Zio Peppe con rispetto.

Mentre al caro Federico

un veliero bello e antico,

per salpar da Maratea

quando c’è bassa marea.

Per onor del vicinato

stimo un altro pensionato,

quel mio amico segretario

che si gode la mia sdraio,

ed è sempre intenzionato

di servire ancor lo Stato,

con assidue presenze

ed alterne consulenze.

Un invito assai cortese

alla gente del paese,

non scrivete più ricorsi

ma attenetevi ai discorsi,

di chi vuole pace eterna,

amicizia assai fraterna,

e sedare ogni conflitto

da chi sempre è stato afflitto,

dalle beghe paesane,

che per me sono lontane,

perciò vedo già in futuro

un domani più sicuro.

Lascio a Bosco il tricolore

e festeggi con ardore,

l’unità fin qui raggiunta

e dal popolo poi assunta,

ad orgoglio nazionale

e non certo federale,

e per questo va difesa

sia l’oltraggio che l’offesa.

A Giancarlo già si sa

lascio acqua in quantità,

e siccome poi è scolaro

di consigli non è avaro,

per Enzino suo collega

che sorride e se ne frega,

della scuola appena aperta

che di sera lui diserta.

Alla cara Ditta-Fuoco

un braciere sol per poco,

che riscaldi fino a sera

la sua casa per intera.

Tutto il bosco del Furleo

ed in parte il Vruuleo,

vanno a Cita ed al Lanzuto

come ultimo saluto.

A Settimio l’assessore

lascio un piccolo trattore

per ararmi un po’ il vigneto

proprio sopra Marcaneto.

Alla ditta degli Stò

un palazzo con gli oblò

per scrutare Cicerone

da Boviezzo allo Scurone.

Come sempre vado fiero

di quel Pietro il Balisiero

perché lui resta il decano

della legna fatta a mano!.

A Genesio una vespetta,

senza ruote né trombetta,

da aggiustare a martellate

giusto in tempo per l’estate.

A Pasquale Sorrentino

va il guinzaglio con l’uncino

perché Sheela è in ogni dove

anche quando fuori piove.

Ai podisti del paese

pago io tutte le spese:

ho gli assegni belli e pronti,

offrirò la Mare e Monti!.

Per Nicola c’è in omaggio

sia lo squillo che il messaggio

per mandar la buonanotte

sotto sotto mezzanotte!.

Alla squadra del Tornito

lascio il Palio tanto ambito,

e il trofeo che fu del Ponte

va al mio amico Florimonte.

Lascio a Luca De Martino

bicicletta e volantino

col percorso alternativo

per il nuovo tour estivo.

All’amata Quintessenza

vanno i libri in eccedenza

e una sede ammobiliata

variopinta e riscaldata.

Per la muffa in biblioteca,

che anche Pellico depreca,

urge un nuovo preparato

di ammoniaca e solfato

da spruzzare a più riprese

quasi sempre a fine mese,

con l’esborso senza appiglio

della Giunta e del Consiglio.

Per la Pyros redazione

or c’è già una soluzione:

ho qui pronto uno scrivano,

proveniente da Rofrano,

porterà con sé uno spillo

da donare al Russolillo,

con lo stemma ben impresso

di Repubblica e L’Espresso!.

A Luigi di Grancascia,

che mi affila spesso l’ascia,

un furgone più moderno

col motore sempr’eterno!.

Il mio antico appendi chiavi,

tramandatomi dagli avi,

lascio a Mario in sartoria

col ditale per Maria.

Alla Pergola son stato

per il pranzo già pagato,

da Mimì,il vecchio Sciuscio,

che dimora spesso all’uscio,

a cui lascio un gran paniere,

da portare al panettiere,

per i soliti biscotti

zuccherati e poi ben cotti.

Trasgredendo ogni norma

la mia spesa va alla Sorma,

a cui vanno senza sconti

anche i polli belli e pronti!.

Lascio l’olio saporito

ad Orlando con l’invito,

di riempirne una “tiella”

per Gerardo di Dianella.

Lascio a Fuego il mio cappotto,

rattoppato dov’è rotto,

e lo esponga poi in vetrina

anche solo di mattina.

La palestra abbandonata

ora andrebbe inaugurata

quindi cedo le spalliere

con i pesi e il bilanciere!

Cedo anche il mio campetto,

per il tennis e il calcetto,

al mio amico Presidente

che ci gioca di frequente.

Al neonato SGAP tiggì

una sede a Martigny

per dar voce agli emigrati

che saranno sempre grati.

Lascio a Nello Costantini

sigarette ed accendini

coi ricambi in magazzino

per la Lancia ed il Pandino.

Melanzane e ricottina

io le lascio a Serafina

per sfamare quei clienti

della pizza un po’impazienti.

Mentre al Covo degli Zanza

do in affitto un’altra stanza

con moderni aeratori

per gli eterni fumatori.

Lascio a Tullio e a Benedetto

del mio Napoli un biglietto

e li segua anche Peppo

nel San Paolo pieno zeppo!

Lascio a Leo l’artigiano

le scarpette di Gargano

e gli monti quei bulloni

per segnar le punizioni!

Non reggendo le emozioni

già mi bagno i pantaloni

con le righe un dì perfette

del lontan quarantasette!

E’ da allora che ho testato

ed a tutti ho dispensato

quanto avevo del mio avere

per bontà e per piacere.

Perciò adesso state buoni,

sento intorno solo suoni

inumate ormai i miei resti

con accenti assai modesti.

Non discorsi o predicozzi,

siate seri e mai più rozzi,

se ogni scherzo sempre vale

vi saluta Carnevale!

Dallo studio notarile

San Giovanni a Piro

Lì,8/3/2011.