TESTAMENTO DI CARNEVALE 2012 |
ed abbiate la costanza,
di alleviare la lettura
fino ed oltre sepoltura,
con un libro sul paese
scritto a Scario,in più riprese,
sulle feste patronali
ed i fuochi artificiali.
Non inficio in una botta
il romanzo di Marotta,
ma io cito personaggi
ed ameni paesaggi.
Dal pianoro tanto caro,
Ciolandrea come un faro,
sorge a mo’ di sentinella
per mirar la costa bella!
L’armu ‘u trarru e la Masseta,
il Molaro, spesso meta,
di turisti di diporto
destinati tutti al porto.
Ho descritto il Bulgheria
col vessillo in avaria,
sempre vigile ed attento
dal lontano ottocento.
Quando i moti,poi di Bosco,
presagirono un dì fosco,
e un’eterna sofferenza
che riemerge con frequenza,
ancor oggi nei filmati,
che son sempre ancorati,
sull’orgoglio mai sopito
di quel popolo tradito.
Nella grotta al Ceraseto
vedo un frate mansueto,
che mi parla un po’ adirato
per quel prato calpestato,
perciò chiedo presto aiuto
all’amico mio Lanzuto,
e a quel Peppo di Panzetta
per potar tutta l’erbetta.
Per le strade in gran dissesto
ho già pronto un manifesto,
per alzare la protesta
anche oggi ch’è gran festa.
Tutelate la salute
dalle antenne spesso acute,
che si alzano improvvise
e per questo sono invise,
a quel popolo di Scario
che dal borgo del Calvario,
punta dritto per la lotta
fino al colle di Picotta.
Lascio a Mimmo del Trillino
per Natale solo un pino
alto fino sotto il tetto
per voler di Benedetto.
E le spese per l’addobbo
vanno tutte sopra il gobbo
di ser Cuccio Paladino
che arricchisce il mio giardino,
sol di luci d’autore,
or che resta il fautore,
delle belle luminarie
dai Pedali alle Tre aie.
A Totonno Capinera
un regalo per la sera:
lascio un ferro con la spia
da portare in sartoria,
questa luce con frequenza
agirà ad intermittenza,
segnalando se sull’uscio
sosta ancora il caro Sciuscio.
A Pasquale Manganella
il vestito di Brighella,
per diriger la quadriglia
quando il sole si assottiglia.
E a Genesio suo figliuolo
il cardillo e l’usignuolo,
per cantar la serenata
alla bella improfumata.
A Francuccio e alla sua ditta
una foto sulla slitta,
da portare a Companiello
ed esporla sul più bello,
sopra il tetto rinnovato
e più volte immortalato,
da molteplici emittenti
e fotografi esordienti.
Il granone a basso costo
senza l’IVA, a ferragosto,
vada sempre per favore
a quell’Angel professore.
Allo zio suo Adriano
un quintale di buon grano,
per la semina a Guatiere
col nipote panettiere.
Per la crisi sempre in atto
ho già pronto il mio contratto:
pagherò tutte le tasse
per le rendite più basse.
Abolisco i vitalizi
e al Comune tutti i vizi,
l’equinozio con le sagre,
or le casse sono magre!
Non tradite poi il Faro,
un rione tanto caro,
abbellire il paesaggio
non dev’essere un miraggio.
Ma mi sento più sicuro
se di guardia c’è l’Arturo:
lui ci crede fermamente
nel rispetto dell’ambiente!
Il cappotto con la sciarpa,
il violino ed anche l’arpa,
vadan tutti all’artigiano
che riposa sul divano,
nella storica Pornia
tiene tutti in allegria,
dalla moglie Gerardina
alla figlia Nicolina.
Al dottore mio privato
lascio un conto più salato,
per pagar tutte le tasse
or che vuote son le casse.
Le ricette non pagate
vanno tutte vidimate,
e riscosse a mezzo posta
con lo sconto e una supposta.
Alle Guardie forestali
due potenti cannocchiali,
per guardare gli abusivi
di quei tagli assai lesivi.
Lascio a Lelio De Martino
un moderno patentino,
che gli serva da garante
nel suo ruolo d’insegnante.
Al mio ex bancario
lascio il doppio del salario,
per aprire allo scurone
la palestra nel portone,
della casa gentilizia
divenuta la delizia,
d’immigrati costruttori
che son sempre fautori,
di mansarde in miniatura
ricavate con gran cura,
dagli spazi un poco avari
sopra i tetti secolari.
A Giancarlo Paladino
un pannello dal Ticino,
che riscaldi in una botta
il collega suo Bellotta.
Ad Armando Paradiso
la frontiera del Monviso,
per fermare il contrabbando
di quei sigari allo sbando,
e al fratello suo Pinguino
una villa a Portofino,
e per sua buona sorte
senza vetri e senza porte.
Per il freddo molto intenso
solo il fumo con l’incenso,
che sprigiona la caldaia
esportata anche in Moldavia,
da Giovanni brevettata
tiene calda la nottata,
rinunciando alle coperte
con finestre sempre aperte.
Alla mite parrucchiera
la parrucca con visiera,
e lo shampoo al quadrifoglio
per Antonio Portafoglio.
Con l’ingegno sempre aguzzo,
é quel Giulio mio Guzzo,
che disperde le zanzare
con pasticche molto amare.
Al vicino suo Ombrellaro
tutto intero va il pagliaro,
con la biada e le favette
per le mucche e le caprette.
A Giovanni Capracotta
vada pure la ricotta,
e al parente Costantino
lascio il sigaro e il bocchino.
Al mio amato pasticciere
il liquore nel bicchiere,
da spruzzare in quantità
sulla torta ed il babà.
Alla Cetra in costruzione
un enorme capannone,
per la pasta e la farina
poi smerciate da Pierina.
Vada a Peppo di Viscuotto
il sorbetto al vino cuotto,
da gustare in Inghilterra
non appena tocca terra,
con quel Tullio e Benedetto
sempre a caccia del biglietto,
per la Coppa dei Campioni
che riserva a me emozioni.
A Francesco di Tommaso
va l’albergo a Roccaraso
lo gestisca senza affanno
da Natale a Capodanno.
All’amico Maciniello
la pizzilla e il cavatiello,
con il premio che in Agosto
gli fu dato e poi nascosto.
Al Sovietico fratello
lascio in dote il mio carrello,
per portare allo scurone
carne,vino e provolone.
A Giovanni De Martino
un moderno camioncino
né a gasolio né a metano
ma col doppio freno a mano.
A Pasquale Sorrentino
va l’autista col pullmino,
per recarsi a Laurito
nel presidio già allestito:
qui riempia la bisaccia
di rifiuti e carta straccia,
con l’amico Fasolino
già munito di cestino.
E’ finzione o realtà?
questo ancora non si sa:
Ferdinando,con Astone,
che ripassa quel copione
per la recita finale
del teatro rionale
che coinvolge tutti quanti,
del Comune,gli abitanti;
e per questo do il biglietto
al fedele Felicetto
che provvede ad osannarlo
nelle logge del San Carlo.
Una sveglia rosso fuoco
la devolvo alla PRO-LOCO
per destarla dal torpore
e poi elegga per favore:
un novello Presidente
benvoluto dalla gente,
con il volto genuino
di quel Lucio Sorrentino.
Le scommesse belle e pronte
per l’amico Florimonte
che poi punta a tutte l’ore
su Cavani marcatore:
se intravede “l’amuleto”
arrivar dal Ceraseto
si diriga in tutta fretta
a giocare la bolletta!
A Zicola grande amico
la rubrica dentro un plico
con i numeri aggiornati
degli amici suoi fidati.
Per Pasquale Colazione
si allontana quel cerchione
or che i capi del Tornito
voglion dargli il benservito
ma lo salva Mister venti
con i duri allenamenti
che richiedono costanza
per ridurre un po’ la panza.
Per l’amata Quintessenza
io riattivo la frequenza
dell’antica radio ERA
che andrà in onda sol di sera!
Per il fido mio Alberico
c’è un fisiatra per amico
che gli cura a Policastro
il ginocchio suo in disastro.
Ad Alessio Sorrentino
io prometto quel filmino
col novello mio notaio
che riposa sulla sdraio.
Lascio a Fonzie ed al buon Nino,
per le feste, il mio villino
con il drink e i savoiardi
per chi balla fino a tardi.
Alla Pyros locale
va il testato tale e quale,
e mi mandi a mezzo posta
una copia senza imposta,
del giornale paesano
integrato dal mio brano,
e con nota di dolore
dell’amico Direttore.
Ho nel cuore un gran tormento
pria che chiudo il Testamento:
io non dormo più le notti
per Angelico Bellotti
che si è presto defilato
dagli amici del testato
e sonnecchia sul divano
lui che è stato il mio scrivano.
Io gli lascio come strenna
questa ultima mia penna
e l’inchiostro son sicuro
servirà l’anno venturo!
Con il freddo e con la neve
il mio viaggio sarà breve
nell’antica Martellata
con la scritta incastonata:
“Qui riposa senza eguale
il bislacco Carnevale,
uscirà l’anno venturo,
preparando un gran siluro”.
A chi sparla alle mie spalle
senza idee e senza palle
non darò alcun compenso
ma un prelievo molto intenso,
soprattutto sui rifiuti
con più tasse e più tributi,
abolendo le prebende
a chi oggi le pretende.
Qui si chiude il mio testato,
e vogl’esser ricordato
come uomo assai leale
sono il vostro Carnevale!
Dallo studio notarile.
San Giovanni a Piro, 21-2-2012.
Mattia Beati.